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Assistenza in contenzioso: il ruolo del consulente del lavoro
Negli ultimi anni la figura del consulente del lavoro è sempre più spesso chiamata a operare nell’attività di assistenza in contenzioso nelle vertenze che coinvolgono lavoratori, datori di lavoro, Istituti previdenziali, assicurativi, ispettivi.
Nel complesso mondo del mercato del lavoro la gestione delle controversie e dei contenziosi è diventata una variabile da mettere a bilancio. Affidarsi a un professionista in grado di trovare soluzioni di transazione e conciliazione, evitando così l’assistenza giudiziale di un legale, può far risparmiare tempo e denaro alle parti in causa, in primis al datore di lavoro.
Le aree di intervento
Il consulente del lavoro può operare nell’ambito del processo amministrativo, predisponendo ad esempio ricorsi gerarchici contro verbali di accertamento oppure per l’applicazione dell’art. 18. Inoltre, può assistere il datore di lavoro per tentare di comporre liti in via extragiudiziale a fronte di ispezioni. Il consulente del lavoro non ha il potere di rappresentanza processuale, tranne nei casi in cui il datore di lavoro possa stare in giudizio da solo (ordinanza-ingiunzione per il pagamento di una sanzione amministrativa).
Un ruolo centrale di mediazione in diverse situazioni
Il Consulente del Lavoro oggi riveste un ruolo fondamentale, avendo acquisito una centralità importante in quella sua funzione di mediatore tra imprese, lavoratori ed istituzioni pubbliche, capace, come accennato in precedenza, di proporre soluzioni anche inattese, ma fautrici di risparmio e benefici. Sono numerose gli aspetti in materia di lavoro che possono originare un contenzioso che coinvolga il consulente del lavoro. I principali sono:
- qualificazione del rapporto e retribuzione, trattamento previdenziale e fiscale
- licenziamento, reintegrazione, risarcimento danni
- contrattazione collettiva, classificazione del personale, mansionario, idoneità fisica
- controlli a distanza e privacy.