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Diritto all’oblio
Il diritto all’oblio è il diritto di ognuno a non vedere riproposti al pubblico fatti propri che in passato furono oggetto di cronaca
La portata della sentenza europea è storica.
Infatti, e finalmente, la Corte Europea di Giustiza ha sancito il principio in base al quale anche i motori di ricerca (non solo Google) sono titolari del trattamento dei dati personali e come tali responsabili per la Privacy.
Senza entrare nel dettaglio della sentenza, ciò che conta sono le conseguenze che ne derivano.
Fino ad oggi, non era possibile chiedere la rimozione dei dati (ossia dei link che riportavano le notizie) dal motore di ricerca ma solo contattare i singoli siti che riportavano la notizia che si voleva fosse rimossa.
In tutti questi casi sarà ora possibile chiedere la rimozione dei link a tali siti proprio ai motori di ricerca che dovranno deindicizzare tali link dietro richiesta dell’interessato.
Vi sono comunque 2 questioni che devono essere valutate e affrontate.
La prima riguarda i limiti di cui la sentenza della Corte Europea si fa portatrice, la seconda l’effettività della cancellazione dei motori di ricerca.
Quanto alla prima questione, la Corte Europea ha specificato che le notizie di cui si richieda la cancellazione debbano essere “irrilevanti o non più rilevanti” ed una prima valutazione sulla rilevanza spetterà proprio al gestore nazionale del motore di ricerca.
Per quanto riguarda la seconda questione invece occorre fare chiarezza.
La possibilità di richiedere la cancellazione dei link direttamente al motore di ricerca non sostituisce la vecchia procedura ma la accompagna.
Infatti, se anche la richiesta venisse accolta, la notizia continuerebbe ad essere pubblicata in rete e a sua volta potrebbe essere indicizzata dal nuovo motore di ricerca di moda in quel momento o da altri motori di ricerca magari meno conosciuti ma comunque utilizzati.
Pertanto, sempre a parere di chi scrive, la prima strada da intraprendere sarà comunque quella di richiedere la cancellazione ad ogni singolo gestore del sito (la cui cancellazione certamente porterà ad una eliminazione definitiva dal web della notizia) e, solo in via residuale, e nei casi poc’anzi valutati (impossibilità ad identificare i gestori e rappresentanti legali dei siti coinvolti di volta in volta) chiedere al motore di ricerca di deindicizzare i link che dovessero apparire.