L’intervento chirurgico sbagliato e le correlate responsabilità

L’errore diagnostico è una delle ipotesi più frequenti di responsabilità medica, con la quale la giurisprudenza si è spesso confrontata.

La condotta del medico è colposa anche quando la sintomatologia lamentata dal paziente dovrebbe indurlo a formulare una diagnosi differenziale, ma egli non vi provveda e resti nella posizione diagnostica iniziale, errata.

Se il sanitario omette di effettuare i dovuti esami clinici può essere chiamato a rispondere penalmente dinanzi al nostro Ordinamento Giuridico.

Responsabilità per intervento chirurgico sbagliato: due sentenze esemplificative

Ad esempio, la Cassazione, con la sentenza numero 36603/2011, ha decretato la condanna per lesioni personali colpose di un medico che, non avendo effettuato i dovuti esami clinici, aveva dimesso con la diagnosi di gastrite un paziente.

In realtà il paziente era affetto da una patologia tumorale e, dimettendolo, il medico aveva favorito un processo patologico che, se fosse stato subito curato, sarebbe stato evitato o quantomeno contenuto.

Del resto, è la celebre sentenza Franzese (Cass., SS.UU., n. 30328/2002) che, in tema di reato colposo omissivo, ha ritenuto configurabile il rapporto di causalità se, considerando avvenuta un’azione omessa ma doverosa, si riscontra che l’evento dannoso o si sarebbe verificato più tardi o avrebbe avuto una minore intensità lesiva.

L’incertezza diagnostica

In ogni caso, come affermato questa volta dal Tribunale di Treviso con la sentenza numero 578/2010, l’errore diagnostico dal quale sia derivato il ritardo nell’accertamento di una grave malattia, può comunque determinare il diritto al risarcimento del danno cagionato al paziente.

Questo anche se non ha influito negativamente sull’evoluzione, sul trattamento e sulla prognosi,

Il risarcimento, in tal caso, si ha per ristorare lo stato d’ansia derivato al paziente dall'”incertezza diagnostica” e va quantificato facendo ricorso a criteri equitativi.

Interessante, infine, è la sentenza del Tribunale di Roma numero 17586 del 19 settembre 2018, che ha decretato la responsabilità solidale di due medici per un errore diagnostico intra-operatorio.

La sentenza ricorda che l’obbligo di diligenza gravante su ciascun componente di un’equipe medica non è limitato alle sole mansioni che gli sono affidate, ma si estende anche al controllo dell’operato e degli errori altrui che siano evidenti e non settoriali.

Avv. Laura Mezzena – Diritto Civile e Diritto Penale a Milano