Frodi sui conti online, la banca è responsabile

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Nell’era della tecnologia e delle operazioni bancarie svolte via Internet sono sempre più frequenti le frodi tramite furto di identità, soprattutto nell’ambito del cosiddetto “Home Banking”.

Per fortuna, oggi gli strumenti legali per difendersi ci sono, come dimostra una recente sentenza del Tribunale di Roma che, confermando l’orientamento indicato dalla Cassazione, ha condannato due banche online alla restituzione del maltolto e al pagamento di 20.000 per danni in favore di un correntista frodato. Gli istituti di credito sono dunque responsabili per le frodi subite sui conti online.

Queste sentenze, finalmente, hanno dato spazio applicativo alle norme – quali il Codice Privacy e il decreto legislativo n. 10/11 sui sistemi di pagamento online – che impongono alle aziende (in particolare gli istituti bancari) di predisporre adeguati sistemi di sicurezza informatica e dimostrare, in caso di illeciti, di non avere alcuna responsabilità. Il correntista, dal canto suo, può limitarsi alla denuncia tempestiva dell’illegittima e non riconosciuta operazione bancaria.

La banca in questione nel caso trattato dal Tribunale di Roma ha rivelato un sistema informatico e protocolli di sicurezza deboli, una colpa di cui è pienamente responsabile dal momento che ciò è stato dovuto alla mancata applicazione delle leggi vigenti in materia, senza adottare le migliori pratiche di sicurezza nell’ambito bancario. Sicuramente le banche sono gli obiettivi più frequenti di questi attacchi, ma l’intrusione informatica potrebbe avere come obiettivo anche informazioni aziendali. Gli strumenti tecnici e normativi per difendersi esistono: ecco perché soltanto dimostrando di averli applicati sarà possibile risultare esenti da responsabilità ed evitare il risarcimento dei danni.

Il rispetto di tale impostazione diventerà imprescindibile quando il nuovo Regolamento Privacy diventerà operativo nel 2018. La nuova legge sui dati personali, infatti, ha codificato il principio dell’accountability cioè della responsabilità e della prova in capo al titolare del trattamento. Occhio dunque a far valere i propri diritti e a non credere all’infallibilità della nostra banca!

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