Soluzioni al problema della Voluntary Disclosure

Soluzioni al problema della Voluntary Disclosure

Il punto essenziale da comprendere è che la Voluntary Disclosure, o tradotta in italiano collaborazione volontaria, non è una legge ma bensí un accordo mutilnazionale fatto tra la Svizzera e vari Stati europei, tra cui l’Italia, per cercare di arginare la sottrazione di redditi imponibili, ossia in termini piú semplici per combattere l’evasione fiscale e possibilmente recuperare le tasse non pagate negli anni precedenti all’adesione.

Si puó definire un programma di lotta agli illeciti fiscali internazionali con aggiunta del c.d. autoriciclaggio, parola appositamente coniata per sintetizzare il concetto di impiego occulto dei propri capitali detenuti all’estero.

L’accordo di Voluntary Disclosure ha il fine di far rientrare in Italia (e nei restanti Paesi che vi hanno aderito) i capitali trasferiti all’estero (o che sono lì detenuti) in particolare violando la legge italiana n. 227 del 04/08/1990. Al momento non sono state definite in modo puntuale e definitivo quelle che sono multe, tasse e sanzioni da applicare a chi decidesse di aderire alla Voluntary Disclosure, tanto meno definiti sono i termini applicativi.

La sola cosa certa è che in Svizzera, San Marino, Motecarlo, Lussemburgo, ecc.  le banche hanno subito un forte colpo e molte di esse hanno adottato delle procedure restrittive in merito alla chiusura e movimentazione dei conti dei soggetti non residenti aventi capitali non dichiarati presso di loro.

Le banche che per decenni hanno aperto le porte a fiumi di denaro palesemente non dichiarato, ora si trovano nella scomoda situazione di regolarizzare tutto questo, molto spesso senza curarsi affatto della propria clientela, fino ad esercitare delle vere e proprie vessazioni e coercizioni come il blocco del conto, in sintesi:

  • nessun prelievo in contanti (o fortemente limitato)
  • nessun bonifico se non a conti intestati del cliente ed in ambito EU-28
  • nessun pagamento, anche se giustificato
  • nessun investimento

Tali banche hanno il forte interesse di far aderire i propri clienti divenuti “scomodi” alla Voluntary Disclosure, in modo da mantenere almeno una parte di capitale in gestione. É chiaro che alle banche poco importa di quanto i loro clienti dovranno pagare di multa e tasse arretrate, a loro interessa regolarizzare la propria posizione in modo da non risultare complici ed aver in qualche modo favorito per oltre 50 anni l’evasione fiscale di cittadini stranieri, oltre al loro interesse nel voler mantenere il piú possibile la gestione patrimoniale di almeno una parte di tali capitali, ossia la loro principale fonte di reddito.

Molti clienti sono andati per vie legali e fa sicuramente riflettere la decisione del Tribunale di Lugano che ha chiaramente sancito che:

  1. La banca non può limitare la volontà dei clienti nel disporre dei propri capitali
  2. La banca è obbligata a eseguire gli ordini di bonifico e prelievo impartiti dal cliente
  3. La decisione di aderire o meno alla Voluntary Disclosure spetta solo al cliente e la banca non può nè veicolare, nè tantomeno forzare tale libera scelta.

Nonostante tali sentenze le banche, in particolare quelle Svizzere, continuano imperterrite ad adottare tali limitazioni, contravvenendo in modo a dir poco sfacciato a delle norme e sentenze a tutela dei clienti. Spesso, al già preoccupato e sprovveduto cliente, viene pronunciata la frase…. “non le sta bene? Ci faccia causa…”

In definitiva, si è creato un vero e proprio clima di terrore dato che al cliente che “prova” a non aderire alla Voluntary Disclosure, viene detto che verrà segnalato, perseguito penalmente, multato e perderà gran parte dei suoi risparmi.

Le banche si “dimenticano” di sottolineare che la Voluntary Disclosure non è affatto una legge (quindi nessuna valenza legale, perció nessun obbligo), che è diritto del cliente di disporre dei suoi averi come meglio crede ed infine che gli unici che certamente hanno ricavato per molti anni profitto dall’evasione fiscale altrui sono proprio le banche stesse e quindi sono loro in prima battuta ad avere dei problemi di natura legale.

Dopo aver chiarito questi punti fondamentali, sorge il quesito…. che fare?

Le soluzioni ci sono e sono molteplici, vanno perció valutate attentamente di caso in caso.

Noi comprendiamo perfettamente le norme e le procedure rigorose che disciplinano la Voluntary Disclosure e siamo in grado di guidare i clienti con successo in tutte le fasi. Se state pensando di avvalervi o meno della Voluntary Disclosure, dovreste discutere tutte le opzioni possibili con il nostro team di diritto tributario prima di intraprendere qualsiasi azione.

La Dicènt SA è una fiduciaria con sede a Lugano, ampiamente riconosciuta in Svizzera e in tutto il mondo per la qualità della consulenza fiduciaria, tributaria e assistenza legale di alto livello a clienti coinvolti in controversie fiscali complesse. Il nostro team vanta professionisti abilitati ed altamente qualificati in particolare nel delicato tema della Voluntary Disclosure.

Dott. Enrico Tinazzi